Con lui ho imparato a concentrarmi nel vedere l´ostacolo come a un´opportunità e non come a un limite e che quando ci si mette in gioco, in qualsiasi cosa che si fa per la prima volta, a non colpevolizzarsi se non ci si sente sufficientemente adeguati.

Mi chiamo Cecilia, 

Sto studiando per superare l´esame per diventare personal trainer e ho contattato Simone Losi perché volevo imparare e capire come si lavora, ad alto livello, nel mondo del fitness e della wellness.

Mi interessano in particolar modo la ginnastica posturale e il recupero funzionale e così, dopo averlo chiamato per chiedergli di diventare sua cliente, ho subito stilato un elenco dei miei vari traumi articolari e muscolari che ho collezionato negli anni.

Quale metodo migliore per imparare se non su sé stessi?

Sono arrivata nel suo studio con il mio elenco e sono uscita con il mio primo appuntamento segnato

sull´agenda.

Mi chiedevo come avrebbe fatto e come si sarebbe organizzato per rimettermi in sesto. 

Fino a quel momento, la mia convinzione più forte era quella di allenarmi bene e di avere un totale controllo sul mio corpo. 

Ogni volta che mi preparavo per la mia corsetta o mi allenavo in palestra, pensavo che le mie contratture muscolari fossero la normale conseguenza dell´attività fisica e, nonostante qualche dolorino che stentava ad andarsene, le mie sensazioni erano prevalentemente di benessere.

E invece, ecco che fin dalla prima seduta ho visto disgregarsi tutte le mie certezze. 

In prima istanza Simone mi ha sottoposto a un´accurata analisi della mia condizione fisica attraverso una completa valutazione posturale e, mediante il plicometro, ha misurato precisamente la percentuale del mio grasso corporeo. 

Ha inoltre utilizzato un questionario che attraverso semplici domande e in maniera discreta, gli ha permesso di indagare sulla mia qualità della vita: sui miei disturbi del sonno, sulle mie variazioni dell´appetito e perfino sui miei piedi freddi!

Domande all´apparenza ininfluenti ma necessarie per ottenere ulteriori elementi sui quali impostare il mio programma.

Per completare il mio quadro anamnestico ha utilizzato poi la bioimpedenzometria: un sofisticato strumento diagnostico non invasivo che consente di determinare i valori di carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, acqua, grassi, proteine, minerali e glicogeno presenti nel mio corpo. Fantastico!

Posso dire che Simone non lasci nulla al caso e nel mio caso lo ringrazio oltre che per la sua competenza e professionalità anche per aver “sfoderato” notevoli doti di enorme pazienza.

In pratica ha dovuto “rieducarmi”. In tutto.  Anche nell´atteggiamento mentale!

Adesso lo dico sorridendo, ma all´inizio è stato davvero difficile accettare di non saper “isolare” alcuni gruppi muscolari per alleviare il dolore o per sciogliere le contratture.

Non ero abituata a rilassarmi lavorando! 

Attraverso gli esercizi di respirazione, di allungamento e di mobilizzazione articolare Simone mi ha stimolato costantemente all´auto-osservazione, permettendomi in questo modo di migliorare sensibilmente le mie condizioni fisiche.

Puntando sul mio coinvolgimento e fornendomi gli strumenti necessari per poter controllare e trattare il mio mal di schiena o i miei dolori alle spalle, mi ha anche aiutato e continua a farlo, conducendomi verso un atteggiamento mentale positivo.

Infatti, quando mi proponeva alcuni esercizi, che all´apparenza potrebbero sembrare quasi banali nella loro semplicità, mi arrabbiavo moltissimo con me stessa se non riuscivo a farli. 

Mi dicevo ma com´è possibile che io non riesca a fare questi maledetti semplici esercizi? 

E arrabbiandomi, sprecavo un sacco di energie!

Con lui ho imparato a concentrarmi nel vedere l´ostacolo come a un´opportunità e non come a un limite e che quando ci si mette in gioco, in qualsiasi cosa che si fa per la prima volta, a non colpevolizzarsi se non ci si sente sufficientemente adeguati.

Tutto questo naturalmente non deve convertirsi in una faccenda troppo seriosa, ma in un percorso che ci permette di raggiungere gli obiettivi prefissati con maggior consapevolezza, con il sorriso e con la leggerezza di sfidare sé stessi con autoironia.

Vorrei concludere la mia “testimonianza” riportando una frase di una scrittrice americana, Marianne Williams on; credo che le sue parole rappresentino la miglior espressione del lavoro di Simone su di me.

“La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati,

la nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni misura,

è la nostra luce, non la nostra oscurità, a spaventarci di più…”